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Ha avuto luogo ieri pomeriggio, 11 Gennaio, presso la Chiesa di S. Antonio Abate, la solenne cerimonia di commemorazione, nel 318° anniversario, del devastante terremoto che l’11 Gennaio 1693 distrusse l’antica Spaccaforno.
La celebrazione ha avuto inizio sul sagrato della Chiesa, emblematica per l’evento commemorato in quanto è l’unica dell’epoca ad aver resistito al sisma, con il picchetto d’onore. All’interno del tempio, Giuseppe Fronte ha prima intonato con la tromba il ‘silenzio fuori ordinanza’, mentre il Sindaco e il Celebrante deponevano ai piedi dell’altare fiori e un cero in ricordo delle vittime del terremoto e dalla ‘Cava’ tre salve a cannone ricordavano alla città l’ora precisa del tragico evento, e poi eseguito con l’organo le due marce funebri della tradizione ispicese, ‘SS. Cristo alla colonna’ e ‘SS. Cristo con la croce sulla via del Calvario’, dando inizio alla funzione religiosa presieduta dal Vicario parrocchiale Don Salvo Bella.
Il rito, quest’anno ancor più partecipato da numerosi cittadini ed autorità civili e militari, nonché da una rappresentanza dell’Amministrazione comunale composta dagli assessori Gianni Tringali e Donato Bruno, dal presidente del Consiglio comunale Carmelo Oddo e dai consiglieri comunali Giuseppe Quarrella e Piero Zocco, si è concluso con il discorso commemorativo del sindaco Piero Rustico: “Una celebrazione di questo tipo trova la sua vera ragione nella necessità di aiutare la memoria collettiva a non disperdere il grande patrimonio di storia e di affetti della comunità stessa. I gesti che abbiamo appena compiuto e quelli che ancora compiremo in questo momento celebrativo vogliono essere anche un atto di culto delle memorie. Il culto delle memorie non è una vana parola, non è un convenzionale luogo retorico. Il nostro popolo sente la sua continuità di pensieri e di affetti con tutte le generazioni che l’hanno preceduto. E’ per questo che noi, dopo 318 anni dal terremoto che distrusse l’antica Spaccaforno, sentiamo ancora tutto il fascino che ci ispirano i ruderi e le grotte della nostra Cava, che furono culla, dimora e tomba dei nostri padri” ha dichiarato il primo cittadino, aprendo la sua orazione.
Formatisi in corteo, le autorità ed i cittadini presenti hanno mosso, poi, verso il suggestivo affaccio sul Parco Forza retrostante la Chiesa, da dove Don Salvo Bella ha recitato la preghiera di suffragio e benedizione in memoria delle vittime ed il sindaco Rustico ha lanciato dei fiori verso la sottostante Cava, quale gesto simbolico di omaggio e ricordo dei tanti che perirono nel terremoto.
   
     
 
 
 
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