11.01.2025 -MOMENTO DI PREGHIERA FORTE E SIGNIFICATIVO PER RICORDARE IL 332° ANNIVERSARIO DEL TERREMOTO CHE DISTRUSSE L’ANTICA SPACCAFORNO
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Ha avuto luogo oggi pomeriggio, presso la Chiesa di S. Maria della Cava, la solenne cerimonia di commemorazione, nel 332° anniversario, del devastante terremoto che l’11 gennaio 1693 distrusse l’antica Spaccaforno, organizzata dall’Arciconfraternita S. Maria Maggiore. Moltissimi fedeli e cittadini, nonché la Rettoria dell’Arciconfraternita al gran completo, si sono radunati davanti alla Chiesa di S. Maria della Cava in devoto raccoglimento. Alle ore 15 in punto la Banda “Città di Ispica”, che con la sua presenza ha voluto rendere ancora più solenne la cerimonia, ha dato inizio all’esecuzione dell’elegia funebre del “SS. Cristo alla Colonna”, mentre tuonavano nella cava le tre salve di cannone che tradizionalmente ricordano il tragico evento e la campana della chiesa suonava a morto. Subito dopo il presidente dell’Arciconfraternita Piero Rustico ha dato lettura di un brano tratto dal diario di un anonimo, scritto il 28 febbraio 1693 e che descrive lo “spettacolo infinitamente triste e profondamente pietoso è quello che si ripete tutti i giorni e tutte le notti attorno alla baracca del SS. Cristo costruita a forma di cappella sul centro del letto della cava tra la chiesa di S. Maria da una parte e la Conziria dall’altra”. Don Gianni Donzello, parroco della Basilica di S. Maria Maggiore, in un clima di commozione ha officiato il momento di preghiera e, dopo aver effuso incenso all’interno della chiesa rupestre, ha recitato la preghiera di suffragio e impartito la benedizione in memoria delle vittime del terremoto. Il presidente Piero Rustico e i rettori Francesco Gambuzza, Gaetano Gennaro, Gaetano La Terra, Michele Armenia, Michelangelo Donzello, Massimo Modica, Angelo Rizza e Ignazio Vaccaro al termine della cerimonia, visibilmente soddisfatti, hanno sottolineato in particolare che “questa ricorrenza non è solo celebrazione, commemorazione e memoria; rappresenta di più. È occasione per trasmettere ai fedeli di oggi quei valori che sono stati vincenti per i nostri padri: coraggio e sacrificio, per riuscire a riprendere la strada della speranza, a cui con forza ci richiama l’Anno Santo «Pellegrini di Speranza» appena cominciato”.