NEWS

    30.01.2012 - INTERVISTA * - Il sindaco Piero Rustico fa il punto sulle proteste che nei giorni scorsi hanno scosso l'opinione pubblica siciliana
    Letta: 892 volte        


     

    * di MARIAGIOVANNA GRADANTI

    Abbiamo incontrato il sindaco di Ispica, Piero Rustico, per fare il punto sulle proteste che, nei giorni scorsi, hanno scosso l’opinione pubblica e paralizzato, di fatto, l’intera isola ed il sud dell’Italia.

    Le proteste delle scorse settimane hanno coinvolto anche la Sua città. Quali sono, secondo Lei, le cause degli scioperi che hanno paralizzato la Sicilia?

    “Penso che ci si trovi di fronte non ad una mera protesta dovuta alla contingenza della generale crisi economica, bensì ad un malessere che ha certamente radici più profonde; credo che l’attuale crisi finanziaria dello Stato italiano, con i conseguenti provvedimenti del governo Monti – primo fra tutti il rincaro delle accise sul prezzo dei carburanti – abbia rappresentato solo l’occasione per palesare un disagio assai più vasto, antico e profondo. Quello che le migliaia di agricoltori, allevatori e pescatori siciliani hanno voluto esprimere con forza, è in realtà un grido di dolore per il mondo produttivo siciliano ed, insieme, un sussulto di prospettiva”.

    Lei ne condivide, quindi, le motivazioni?

    “Il sistema economico nazionale imperante, purtroppo, impone che i siciliani producano solo il dieci percento di quello che consumano, ha reso la Sicilia una terra di consumo di prodotti fabbricati altrove, continua a svuotare le province siciliane di menti e braccia. Questo stato di cose è oggettivamente inaccettabile e io stesso ho testimoniato la mia vicinanza a coloro che protestavano recandomi presso il presidio ispicese e dialogando con i manifestanti. Ovviamente, le condivisibili ragioni della protesta non possono prescindere dal mantenimento della legalità e da una libera e spontanea adesione agli scioperi ed alle manifestazioni”.

    Sappiamo, però, che i produttori agricoli e i rappresentanti dei braccianti hanno simbolicamente occupato il Municipio per palesare il disagio del comparto produttivo …

    “È vero. Ho ritenuto meritorie di attenzione le istanze dei produttori, giustamente preoccupati dal blocco dei loro stessi prodotti che, innegabilmente, ha creato un danno economico ingente. Le stime parlano di quattromila tonnellate di latte che non hanno raggiunto le centrali di trasformazione producendo un danno di circa quattro milioni di Euro, trentacinque tonnellate di ortaggi non sono stati raccolti con una perdita di circa cinquanta milioni di Euro; inoltre, sempre secondo le stime, si registrano 500.000 Euro di perdita per il comparto avicolo, 4.000.000 di Euro per il comparto floricolo, il danno causato dal blocco di forniture di gasolio per il riscaldamento delle aziende vivaistiche e circa centomila giornate di lavoro perse per i braccianti, cui corrispondono salari per 6.000.000 di Euro: questi lavoratori, peraltro, sono privi di ammortizzatori sociali e hanno sofferto, pertanto, di una perdita netta di lavoro e reddito in un periodo già pesante di crisi e sofferenza economica. Sono, questi, i risvolti nefasti delle agitazioni; per cercare di porre un freno alla esuberanza di certi comportamenti in prossimità dei presidi, ho contattato il Prefetto, che ha rassicurato i produttori sulla possibilità di fruire del servizio di scorta delle Forze dell’Ordine per i loro autotrasportatori”.

    Qual è la Sua opinione in merito alle possibili soluzioni a questa crisi? Che tipo di interventi si aspetta dal governo nazionale?

    “Insieme ad ANCI Sicilia, che rappresenta i Comuni siciliani, abbiamo chiesto al Governo la rivisitazione del patto di stabilità e la definizione delle politiche di coesione e sviluppo, per favorire le spese destinate agli investimenti, in modo da consentire ai Comuni di svolgere il loro ruolo nello sviluppo economico del territorio e di diventare parte attiva per la risoluzione delle tante criticità rappresentate con le proteste delle varie categorie produttive”.

    Si prospetta, quindi, una soluzione di carattere locale: quali misure si intendono attuare nella Sua città per dare ossigeno all’economia?

    “La mia Amministrazione, dal 2005 ad oggi, ha instaurato un positivo rapporto di interlocuzione con i comparti produttivi cittadini e, oggi più che mai, questo clima di collaborazione favorisce la predisposizione di una piattaforma di concertazione, che possa portare all’elaborazione di misure utili ad alleviare la sofferenza delle imprese cittadine.
    Proprio sabato scorso ho incontrato i vertici e gli associati della locale CNA ed abbiamo discusso interessanti misure potenzialmente attuabili, sulla base delle proposte che mi sono state presentate. Si tratta di una serie di provvedimenti che potrebbero veramente dare una positiva sterzata alle sorti dell’economia ispicese.
    Il momento della protesta rimane, comunque, permeato dei caratteri della transitorietà: sono convinto che il dialogo, allorché concreto e produttivo, sia l’unica base da cui partire per avviare una interlocuzione seria, che serva a trovare soluzioni largamente condivise e veramente efficaci”.