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    16.06.2014 - DISCORSO * - Il sindaco Piero Rustico: “Ci ritroviamo oggi qui a scandire un momento di gioia e di orgoglio per la storia della nostra Ispica”
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    * del sindaco PIERO RUSTICO in occasione della cerimonia di riapertura di “Palazzo Bruno di Belmonte”, sede municipale

    Nella cerimonia di riapertura di “Palazzo Bruno di Belmonte”, sede municipale, svoltasi stamane nell’aula consiliare alla presenza del ministro dell’Interno Angelino Alfano, il sindaco Piero Rustico ha pronunciato il discorso qui di seguito riportato integralmente:
    «Onorevole Ministro, Autorità tutte, Carissimi concittadini,
    ci ritroviamo oggi qui a scandire un momento di gioia e di orgoglio per la storia della nostra Ispica. La città festeggia la riapertura delle porte di questo bellissimo Palazzo espressione più alta dello stile Liberty della provincia di Ragusa e dell’intera Isola. Voluto dall’onorevole Pietro Bruno di Belmonte, il Palazzo si erge su una superficie di 1745 metri quadrati in una posizione che gli consente di spiccare in lontananza tra l’imponenza di altre importanti costruzioni della nostra città. La sua progettazione viene affidata nel 1906 all’architetto Ernesto Basile che a questo lavora mentre è impegnato a Roma nella rimodulazione di Palazzo Montecitorio con il quale ritroviamo grandi assonanze. Il Palazzo, abitato dalla nobile famiglia Bruno di Belmonte, diviene per tre quarti di proprietà del Comune nel 1967, anno in cui l’allora Consiglio comunale della città ne delibera l’acquisto. È il 20 dicembre 1975 quando, in queste stanze di grande fascino, viene stabilita la sede municipale della città di Ispica che, successivamente, acquista anche l’ultima parte del Palazzo divenendone totalmente proprietaria.
    Più di dieci anni fa l’esigenza degli interventi di restauro che portano alla chiusura del Palazzo e al trasferimento del Municipio in quella che è stata la sua sede fino a ieri. Non sono stati anni facili quelli vissuti da questo edificio subito dopo la sua chiusura, quando qualcosa, improvvisamente, ne interrompe di fatto la prosecuzione dei lavori.
    Questa la situazione in cui versa il Palazzo all’atto del mio primo insediamento come Sindaco di questa città, il 24 maggio del 2005. Ricordiamo tutti bene qual era in quella data la sua situazione, “soffocato” da impalcature rimaste lì ferme a testimoniare qualcosa che di fatto ferisce la città. Il mio dovere di cittadino e il mio ruolo di Sindaco mi hanno da subito sollecitato, insieme all’Amministrazione, ad un impegno costante e determinante a sbloccare quella situazione stagnante. Il recupero del finanziamento e la ripresa dei lavori delle opere d’intervento strutturale ed estetico sono stati una prima vittoria della città ma soprattutto della sovranità della legge sull’illegalità. Il ritorno oggi degli uffici comunali nel Palazzo più importante del nostro Comune, che degnamente lo rappresenta, è la meritata ricompensa per una città che tanto ha atteso e sperato.
    Dopo gli imponenti lavori di restauro, oggi, lunedì 16 giugno 2014, questa “autorevole cerimonia”, nel riconsegnare alla città Palazzo Bruno di Belmonte, restituisce, di fatto, alla città la sua prestigiosa sede municipale. É questo il momento per cui tanto si è lavorato. Quello oggi raggiunto è un risultato importantissimo mio personale, dell’Amministrazione, ma in modo particolare dell’intera città. Noi tutti oggi, comunità orgogliosa di questo Comune, siamo consapevoli di avere ricevuto in eredità questo importante simbolo e di avere il dovere di custodirlo attraverso un’azione politica e amministrativa capace di guardare avanti e di progredire. E dobbiamo essere tutti responsabili del nostro progresso, non solo di quello economico, ma anche del progresso in senso alto: quello civile. Ciò che è stato fatto fino ad ora non basta più. Dobbiamo avere la capacità di guardare avanti ad un futuro che prosegua nella crescita, quella stessa crescita sociale e culturale che abbiamo con determinazione tracciato in questi nove anni di impegno; dobbiamo avere il coraggio delle nostre scelte e dobbiamo metterci in gioco con spirito futuristico, con serenità, con trasparenza e onestà, e non con quei sentimenti di cattiveria, rabbia e odio, che in Consiglio Comunale sembrano prevalere in questo momento difficile per la nostra città. Oggi non ci sono più certezze per il domani e per Ispica il domani sarà quello che riusciremo a progettare oggi, a partire dall’incontro di stasera di tutti i membri del Consiglio che dovranno riunirsi per decidere cosa è giusto per il futuro della nostra città.
    Ecco, allora, l’orgoglio per il Sindaco e la sua squadra amministrativa di avere portato a termine questa importante opera e la soddisfazione di consegnarla a Voi, di consegnarla alla gente della nostra comunità. Non prima, però, di avere ringraziato, sul piano personale e istituzionale, l’onorevole Ministro Angelino Alfano per avere accettato di presiedere questa cerimonia sobria, ma altamente significativa. A lui il mio grazie sentito per avere mantenuto fede a una promessa fattami quando ancora non era Ministro dell’Interno e per avere voluto così dimostrare la sua personale vicinanza a questa comunità cittadina, vicinanza sperimentata con il finanziamento per tre anni del progetto SPRAR “Madonna delle Grazie” che in questi giorni ha preso il via qui ad Ispica. Attraverso il finanziamento e l’avvio del progetto SPRAR la nostra città potrà concretamente dimostrare la sua riconosciuta propensione alla solidarietà accogliendo in seno alla nostra comunità richiedenti asilo e rifugiati, e per questo, signor Ministro, noi ispicesi Le esprimiamo la nostra sincera gratitudine.
    Realizzare il consolidamento e il restauro del Palazzo, seguendone l’iter burocratico e lo sviluppo del cantiere, è stata una sfida che ci ha fatto incontrare e superare notevoli ostacoli, per riscoprire questo tesoro, oggi finalmente riconsegnato alla comunità. E ciò anche merito della sapiente direzione dei lavori da parte del progettista architetto Salvatore Tringali, alla non comune perizia dell’impresa Cavarra, alla solerzia dell’ing. Giovanni Solarino, RUP fino al dicembre 2010, e dell’arch. Salvatore Guarnieri suo successore, e alla passione del geom. Gaetano Gennaro, capo settore Lavori pubblici. La centralità, la bellezza e la forte tensione insita in questo luogo unico, fanno riflettere sul grande patrimonio che oggi riacquisiamo per noi e per le future generazioni. Far rivivere gli ambienti e le stanze, resi più belli di prima, significa recuperare un pezzo della nostra identità. La storia di Palazzo Bruno di Belmonte fa parte della memoria collettiva che noi ispicesi vogliamo proteggere e conservare attraverso una buona cura del nostro patrimonio comune. Noi vogliamo vivere il presente e, se possibile, anche parte del futuro per dare valore e significato alla nostra storia che troverà casa anche nel rinnovato Palazzo Bruno di Belmonte.
    In questa giornata particolare per la nostra comunità, il mio ringraziamento sentito va anche a tutti Voi, carissimi concittadini; all’onorevole Nino Minardo e alle altre autorità politiche; al signor Prefetto e alla altre autorità civili; ai colleghi sindaci; alle autorità militari, al vicario foraneo; agli assessori, al presidente e ai consiglieri comunali; ai sindaci miei predecessori: con la vostra presenza avete attribuito un particolare significato istituzionale a questa giornata. I cittadini tornano a ripercorrere i corridoi e le stanze un tempo dimora della nobile famiglia Bruno di Belmonte, oggi dimora della Città di Ispica a cui porgo l’augurio di essere sempre testimone del suo prestigioso passato.
    Grazie»