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    20.09.2014 - Ennesima cattiva figura dei consiglieri di opposizione nei confronti della città
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    Richiamando la legge regionale n. 6 del 05/04/2011 che con il comma 1 dell’art. 4 introduce la compatibilità tra la carica di consigliere comunale e quella di componente la giunta municipale, il dirigente del servizio Margherita Rizza e il funzionario direttivo Giovanni Conte, del Dipartimento delle Autonomie Locali della Regione Sicilia, hanno risposto al quesito posto da chi riteneva raggiunto il quorum funzionale utile all’approvazione della richiesta di sfiducia al sindaco Rustico. È stata così evidenziata la validità della deliberazione del Consiglio comunale n. 6, della seduta del 28.02.2014. In tale seduta, ricordiamo, si era proceduto alla votazione della mozione di sfiducia presentata dai consiglieri comunali Angelo Fidelio, Meluccio Fidelio, Titta Genovese, Giovanni Lauretta, Paolo Monaca, Pierenzo Muraglie, Carmelo Padova, Giuseppe Roccuzzo, Maria Carmela Spadaro e Salvatore Spatola, seduta nella quale il Consiglio comunale si espresse contro tale mozione. Il risultato non convinse chi aveva presentato la proposta di sfiducia tanto da rivolgersi all’Assessorato delle Autonomie Locali della Regione Siciliana che si è pronunciato richiamando appunto la citata legge regionale del 2011. È da sottolineare anche che nello stesso documento di risposta, il dirigente Margherita Rizza e il funzionario Giovanni Conte hanno ricordato, ai richiedenti parere, che “l’art. 97 del decreto legislativo 18.08.2014, n. 267, configura il rapporto del Segretario con il Comune e ne individua le competenze, assegnandogli compiti di collaborazione e funzioni di assistenza giuridico-amministrativa in ordine alla conformità dell’azione amministrativa alle leggi, allo statuto ed ai regolamenti”. Tenuto quindi conto di queste specifiche competenze, il Dirigente e il Funzionario del Dipartimento sottolineano che, nella seduta consiliare del 28.02.2014, il Segretario comunale si era espresso evidenziando la conformità dell’azione amministrativa, nella fattispecie disciplinata dall’art. 10 della l.r. 15.09.1997, n. 35.
    Il sindaco Piero Rustico, nel venire a conoscenza del parere espresso dal Dipartimento delle Autonomie Locali, ha così commentato: «Il richiamo alla norma che di fatto dà conferma giuridica al risultato della deliberazione del Consiglio comunale della seduta del 28 febbraio scorso, è un atto utile a ridare serenità e a garantire che quanto deliberato dal Consiglio comunale in quella sede è espressione di perfetta osservanza delle norme che regolano il principio di democrazia. Tra l’altro, il Dipartimento ha giustamente ricordato che la presenza del Segretario nel Comune, e in questa circostanza all’interno del Consiglio comunale, assume carattere di garante della conformità dell’azione amministrativa, competenza ben svolta dal nostro Segretario, dottor Benedetto Buscema, anche nella circostanza della seduta del Consiglio che il 28 febbraio scorso espresse inequivocabilmente la propria volontà a favore della continuazione del mio mandato che, è doveroso ricordare, nel 2010 è stato suffragato da 6.340 consensi, pari al 61,23% della popolazione ispicese che espresse il voto. Ancora una volta, come sempre nel corso di quasi dieci anni, i miei oppositori hanno miseramente fallito e rimediato l’ennesima figura negativa nei confronti della città. L’azione amministrativa mia e della mia squadra è stata sempre improntata a stretta legalità e a perfetta osservanza delle regole, in modo particolare quelle che attengono alla democrazia. Oggi, apprendendo di questo parere dell’Assessorato, ribadisco con forza che osservare la legge e le regole è garanzia di indipendenza e di libertà, aspetti questi che nel mio impegno mi hanno consentito di non cedere ai ricatti della politica. Ho così continuato a servire la comunità che con una grande messe di voti mi ha riconsegnato il suo governo per questo secondo mandato amministrativo, che con determinazione e orgoglio sto portando a compimento, con buona pace di chi nella politica pensa al solo tornaconto personale e non al bene comune».